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"Difficile dare una definizione di cosa siano stilisticamente queste 'Mine vaganti'. Di certo da ogni rigo traspare la ricercatezza della parola, quasi uno studio sulla stessa, sezionata, rivisitata quasi con la voglia di trovare nuove semantiche e nuovi costrutti. Il gusto della parola. Un linguaggio a volte crudo, secco e sottile, dal quale emerge uno sguardo giovane ma di chi ne ha viste parecchie (forse già tante!), fresco ma antico, ironico e nello stesso tempo poetico, sulle cose del mondo. Insomma, tu leggi una mina vagante e poi trovi qualche punto, così, sparso qua e là, che sembra scritto per te. E ci cadi dentro, inciampi e ti ritrovi davanti ad uno specchio, ti rifletti e ci rifletti." (dalla prefazione di Gregorio Corigliano)